Il 3 dicembre 2016, più di 800 maliani si sono incontrati per una cerimonia nel villaggio di Sabouciré N'di, in provincia di Kayes, per celebrare l'abbandono da parte di 138 villaggi della pratica delle mutilazioni genitali femminili. Un evento storico: il paese ha il tasso di mutilazioni più alto in Africa Sub Sahariana e nella provincia quasi il 95% delle donne tra i 15 e i 49 anni sono state vittime della parziale o totale rimozione della parte esteriore dei genitali femminili.
Tutto ciò avviene in comunità ancora largamente favorevoli a supportare questa pratica, considerata un fondamentale rituale di passaggio all’età adulta: chi prova a rifiutarsi viene considerato un reietto dalla propria comunità e spesso viene rifiutato anche dalla sua stessa famiglia. Il lavoro costante di ONG locali ed internazionali ne ha però favorito l’abbandono da parte di interi gruppi di villaggi, tramite un continuo processo di informazione che ha coinvolto anche figure tradizionali della società maliana come i capi villaggio ed i griot, personaggi a metà tra gli intermediari culturali, gli ambasciatori culturali ed i cantastorie itineranti.
In occasione di questo importante evento Riccardo Venturi e Lorenzo Colantoni, in collaborazione con l’ONG francese Equilibres&FFPopulation e con il supporto del Fondo Popolazioni ONU, hanno prodotto un documentario video ed un ampio reportage fotografico che non solo racconta i giorni della cerimonia ma, attraverso una serie di interviste alle vittime ed ai vari protagonisti delle comunità locali, mostrano gli effetti devastanti delle mutilazioni genitali femminili.
Il progetto Kayes Dit Non è stato diffuso attraverso un web documentary ed una mostra on line ad esso dedicati.